giovedì 5 aprile 2012

Engineering jokes

<Cole Scott?>

La sala in cui mi hanno portato e poi lasciato da solo è illuminata al neon. Dicono che la usano per i test. Il braccio mi fa ancora un male cane, quell'idiota ha usato l'hypospray come un cane. E io sto ancora tremando, per questo ho le mani nelle tasche. So che lo sto facendo con uno scopo, ma questo non lo rende più confortante. Mi ha fatto paura la prima volta, è la stessa cosa ora, anche se ormai è fatta. Respiro, espiro, cerco di non innervosirmi e mi chiedo perché non mi sento diverso.

<Cole Scott?>

Stavolta sento bene gli altoparlanti che chiamano il mio nome. Rispondo annuendo e mi guardo intorno. Tavoli di metallo, fiale di vario tipo, alcune botole sigillate, qualche sagoma per il tiro a bersaglio, poco altro. I vetri oscurati probabilmente servono a vedere senza essere visti e dietro di essi so che mi osservano, quelli che parlano attraverso gli altoparlanti, quelli che insomma ora hanno paura di me, perché non sanno neanche loro che cosa mi è successo. C'è odore di disinfettante nell'aria, alcol etilico credo.

<Le analisi mostrano un'aumentata funzionalità mesoencefalica. Non conosciamo l'effetto specifico, ma intendiamo verificarlo con questo test.>

Mi ripeto che è la cosa giusta da fare, ma anche che il fatto che non si avvicinano non mi rassicura affatto. Di che cosa hanno paura? Respiro ed espiro e mi guardo intorno. Non parlano più e allora comincio ad intuire. Aspettano che io faccia qualcosa.
<Uh...che cosa dovrei fare?> chiedo, alzando un sopracciglio e voltandomi un'altra volta. Dove si guarda quando si parla con qualcuno che non vedi? Appiattisco le labbra e mi massaggio un minimo il braccio. Cane di un medico indipendentista, non sai proprio come fare il tuo lavoro.

<Non lo sappiamo figliolo. Tu provaci e basta.>

E il premio per la risposta più laconica dell'anno va a...il tizio sconosciuto che mi ha risposto da dietro un vetro oscurato. Sospiro e passano i minuti. La loro delusione si fa palpabile.
<Volete che vi racconti una barzelletta?> chiedo, e so perché non ricevo nessuna risposta. I soldati detestano questo mio modo di fare. E mi va bene, perché questo mi da modo di riflettere.
<Ok, allora...ci sono questi due amici che vivono su St. Andrew che ogni giorno vanno a caccia. Sono grandi tiratori, quindi hanno sempre un gran successo, insomma...chiamiamoli Fred e Thomas.>
Mentre parlo, so che si stanno spazientendo. Io intanto rifletto sulle loro parole. Hanno smanettato sui miei ingranaggi, accidenti...comincio a pensare alle rotelle nella mia testa, ai meccanismi interni, a ciò che è cambiato.
<Un giorno, di ritorno dalla battuta di caccia si fermano a riposare su una collina a 100 metri dalla casa di Fred. E proprio lui ad un certo punto dice "Ehi, Tom...tu che hai la vista buona, dai un'occhiata con il mirino a che sta preparando mia moglie.">

I miei ingranaggi, accidenti. Non mi sento diverso, non sembro diverso, ma sono diverso. C'è qualcosa dentro di me che è cambiato, una rotella nuova. Di nuovo...è bene o è male?
<E allora Tom da un'occhiata e gli risponde "Ehi amico, non so come dirtelo, ma...sta facendo sesso con il tuo vicino di casa." Allora Fred esclama "Sparagli amico! Sparagli! Un proiettile nel cranio di quella puttana!">
Non so proprio che cosa dovrei fare, e continuo a parlare e a immaginare. Respiro lentamente, cercando di raccontarla bene, di non mostrarmi in ansia
<"E con un altro proiettile, evira anche quel bastardo!" continua Fred, ma Tom lo interrompe "Amico...davvero...non so come dirtelo di nuovo, ma...penso che...">

All'improvviso, quello che succede, mentre parlo, mi lascia senza fiato: i tavoli, le barelle, ogni oggetto intorno a me vola in aria come colpito dall'onda d'urto, un'esplosione che sfonda i vetri e mi lascia lì a pronunciare quelle ultime parole <"...basti un proiettile solo...">
Subito dopo, sono piegato in due dal dolore. Qualcosa, nella testa...la testa mi sta scoppiando. Cerco di appoggiarmi ad un tavolo e mi dimentico che li ho fatti volare via tutti. Cado a terra, non riesco a...come ho fatto? Provo ad alzarmi, ma i piedi slittano per terra e cado di nuovo. Sto per morire? Sento un rivolo di saliva che scende lungo il mento e la testa mi scoppia...Fallo smettere! Ti prego...Fallo smettere...

Nessun commento:

Posta un commento